Quante volte mi sono arrabbiata perché sentivo dire da qualche amica o amico, o parente frasi come questa:
la politica? non mi interessa, tanto fa schifo, io non voto, destra o sinistra è tutto marcio, fan quel che vogliono loro in ogni caso, i referendum non servono a nulla, sono una spesa inutile, ho da fare, devo sistemare la casetta al mare, devo pulire il sedere ai bambini, devo andare al ristorante, è tutto un raggiro, perché dovrei rinunciare al week end dalla nonna che si spupazza i pargoli, ha il decoder di sky a casa e ha già tolto le pizze dal freezer?
Già, ma allora, che cosa resta da fare? Mangiare la pizza decongelata, guardare Doctor House e andare a dormire? O mangiare la pizza e recarsi a Montecitorio in veste di kamikaze con problemi digestivi? Leggere Diderot e scrivere un blog sulla rivoluzione francese? Entrare in scientology o nei cristiani rinati e trovare la luce?
Ma no, in fondo non c'è niente di meglio meglio che continuare così, almeno finché c'è la nonna col decoder: chinare la testa, come per secoli i contadini con i feudatari, i servi con gli aristocratici. Lasciare che costruiscano i loro imperi sui nostri corpi, sui nostri tetti, sui nostri rubinetti, sui nostri prati, sui nostri mari. Tanto non abbiamo potere di cambiare le cose: inutile fare finta di esercitarlo sacrificando la vacanza fuori porta!
Infine, la privatizzazione di ogni cosa è inarrestabile, è una legge di natura, il capitale vince sempre, quindi a che servirebbe prolungare quest'agonia?
E poi, a dire la verità, di questi referendum non ci ho capito nulla, sono questioni complicate, non possono delegare noi a decidere, facciano loro, visto che li paghiamo, almeno facciano il loro mestiere.
Ecco, forse sono questi i dubbi che in modo più o meno consapevole ed elaborato attraversano la testa di molti, e in certi momenti me ne sono sentita contagiata anch'io. E' una base di rinuncia, di senso di impotenza, di rabbia rivolta all'interno invece che all'esterno, covata e quindi sopita, tenuta bassa sotto le braci, per non sentirla, addomesticata giorno dopo giorno da abitudini compensative: lavoro, cibo, svago, acquisti, vacanze, tran-tran quotidiano. Oppure sbandierata in lamentele, in aggressività priva di veri obiettivi, bombe che non fanno male a nessuno, tranne a chi le lancia e alle persone che le-gli vogliono bene. Così, assopendo la rabbia, si assopisce anche la nostra comprensione del mondo che ci circonda.
Beh, se si rinuncia alla vecchia lotta per il bene comune, fuori di retorica, si rinuncia a una parte vitale e importantissima del nostro stesso essere. Chiamatela dignità, valore, anima. È il nostro posto nel mondo degli umani.
E se si rinuncia per due 'piccoli' referendum, si rinuncia al primo passo, alla base, a una delle poche forme di potere, simbolica e reale al tempo stesso, che abbiamo di fronte alla collettività.
La confusione è una scusa, è chiaro: informarsi è possibile. Ma la cosa grave è che la confusione è una sconfitta: se ci dichiariamo confusi, vuol dire che la strategia di quelli che vogliono 'privatizzare' la democrazia ha vinto.
Se ci convincono che andare al referendum è inutile, il meccanismo di delega viene spinto oltre i confini leciti, dal terreno politico a quello economico. Muore la delega democratica, rinasce il feudalesimo. Rinuncio al controllo. Delego (e pago) per essere un servo, non un cittadino.
E guarda di che referendum si tratta. Primo: privatizzare. Ergo: libertà per chi favorisce le imprese di entrare in una complicità basata sui profitti. Ricordatevi di Rango (chi controlla l'acqua controlla ogni cosa). Secondo: legittimo impedimento. Fine di uno strumento di controllo democratico. Altro che moschee, zingari, extracomunitari. Qui si fanno leggi che come ha detto qualcuno non sono ad personam, ma ad personas: sono leggi per depenalizzare i reati di una casta ricca, e per facilitare lo scambio di favori con quei quattro o cinque che guidano società cui noi prestiamo denaro all'infinito. Fiat, Telecom, Parmalat, e domani le nuove aziende di distribuzione dell'acqua, della luce, del gas. Maneggiano fiumi di denaro che noi, evitando di andare al referendum, accettiamo di farci rubare per sempre. Perché questa forma di 'liberismo' significa che chi ha tanto denaro ha il potere di modificare le leggi. Chi ha tanto denaro vuole controllare anche i tribunali. Diamo loro il diritto di fare i soldi grazie al controllo totale delle nostre esigenze elementari: acqua, riscaldamento, luce.
Volete passare serate tranquille, dopo una giornata faticosa? Ebbene, sembra che una pizza surgelata e una serata tranquilla valgano più del nostro diritto e dovere di essere cittadini del nostro paese.
La confusione e il senso di impotenza sono il risultato di una strategia. Fare il cittadino è troppo faticoso. È un mestiere che nessuno vuole più fare: non è un diritto, ma un peso. Nessuno ci paga, per essere cittadini consapevoli ed esprimere la nostra opinione. Allora tanto vale. Ci dicono che le cose sono più complesse di quanto noi crediamo: è verosimile. Ci crediamo. Ci dicono che loro possono fare il meglio per noi e risparmiarci ogni fatica. Questo è meno verosimile. Al posto dell'acqua pubblica, ci beviamo un sacco di bugie ben camuffate. Volete una serata tranquilla? Accendete la tv, spegnete il senso di responsabilità, il senso critico, ecco fatto. Vi diranno che l'importante è non costruire moschee, non dare case agli zingari, non far tornare i terroristi rossi. E ci crederete, perché è facile.
Anche io mi sono scoraggiata. Ho pensato: questo referendum non otterrà mai il quorum, è inutile lottare. Le televisioni, le radio nazionali ne parlano pochissimo, c'è una censura in atto, che posso fare io con il mio piccolo blog?
Ma poi mi sono detta: posso dire quello che penso, posso esprimere la mia opinione, posso votare, posso andare al referendum, posso parlarne con gli amici e conoscenti, di ogni partito e fede politica, e dire loro questo: la più grande menzogna è che esercitare questi nostri piccoli poteri sia troppo faticoso, che non ne valga la pena, che sia meglio delegare ogni cosa e che così tutto andrà bene, che quelli che ci hanno indotto il disgusto per la politica faranno bene il loro lavoro, ci accudiranno, faranno dell'Italia un paese migliore, ci proteggeranno, ci garantiranno di vivere in un sistema perfettamente regolamentato e funzionale, e tutto senza mai disturbare i nostri tranquilli week end di campagna.
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