domenica 17 ottobre 2010

L’invettiva di gatto Pippo

Pippo è un bel gatto nero e bianco di città, amato e coccolato dalla sua famiglia; apparentemente nella sua vita, fino a poco tempo fa, tutto procedeva per il meglio: viveva in appartamento, ma aveva il permesso di uscire e scorazzare nei giardinetti vicino a casa insieme agli amici. Ma un giorno Pippo scomparve. Lo cercarono per mari e per monti, nessuna traccia. Tutti ormai avevano rinunciato a trovarlo vivo, quando un giorno Pippo uscì fuori all’improvviso da un cunicolo della rete metropolitana, dove si era perso. Fu un gran clamore. L’ente protezione animali, la televisione e la cittadinanza si mobilitarono per festeggiare il ritorno di Pippo. Il quale era smagrito, spelacchiato, confuso, ma tutto sommato vivo e vegeto. Dopo averlo ricondotto a casa, ripulito e rifocillato, la famiglia che dicesi proprietaria di Pippo (in realtà i gatti, al contrario di quanto si pensava nel Medioevo e oltre, non sono mai ‘posseduti’ né da diavoli né da umani, ma tutt’al più adottano qualcuno, spesso con grande generosità) accettò di accogliere alcuni giornalisti che volevano intervistare Pippo. Arrivò il primo giornalista. Pippo lo accolse con benevolenza.
- Signor Pippo, ci fa piacere trovarla in buona forma
- Già, qui fanno di tutto, poverini, per darmi quello di cui ho bisogno
- Perché dice ‘poverini’?
- Beh, perché non sempre riesco a far loro capire di che cosa ho effettivamente bisogno. Sa com’è, i tempi cambiano...
- Quindi è stato questo il motivo della sua...partenza?
- Già, volevo raggiungere una stazione ferroviaria, ma purtroppo mi sono perso
- E dove voleva andare?
- Veramente non lo sapevo nemmeno io, è solo che ero un po’ depresso
- Per come la trattavano?
- Sì, ma ripeto, non è colpa loro, è un problema generale, riguarda tutti i gatti di casa.
- Vuole spiegarlo meglio ai nostri lettori? Fra loro ci sono tanti padroni di gatti.
- Padroni?
- Volevo dire... amici dei gatti
- Ah, sì, vede, lei involontariamente ha nominato un aspetto del problema
- Vuole dire che la trattano come un oggetto di proprietà?
- Beh, a molti gatti capita. c’è meno sensibilità di un tempo.
- Dice davvero? Ma i gatti sono trattati molto bene, mi pare, si spendono un sacco di soldi per nutrirli e curarli!
- Dice davvero?
- Beh, sì
- A me però non pare che il risultato sia buono, parliamo del cibo per esempio.
- Cioè?
- Beh, voi umani avete sempre avuto la tendenza a darci gli avanzi. Invece di farci stare a tavola con voi, ci fate aspettare e quando avete finito ci buttate per terra ciò che è rimasto, questo almeno fino a un po’ di tempo fa.
- Ma ora le cose sono migliorate, no?
- Tutt’altro, va molto peggio!
- Come?
- Prima ci davate gli avanzi, ora siete passati direttamente alla pattumiera!
- Ma cosa dice, signor Pippo?
- So quello che dico, è un’umiliazione costante.
- Ma che cosa le dà il suo... amico?
- Che cosa mi dà? Viene lì ogni giorno e mi chiede: «Allora Pippo, che cosa vuoi oggi, l’umido o il secco?»!

La favola non ha una morale, ma a Pippo fu spiegato da tutti gli astanti che non si trattava di pattumiera, bensì di costosi ritrovati della moderna scienza nutrizionista. Pippo ne fu sollevato, ma pretese comunque di ricevere qualche volta un pezzettino di carnina dal piatto dei suoi amici adottivi, o di leccare la padella.

NB: la storiella è ispirata a una vicenda realmente accaduta, ma il vero signor Pippo non ha voluto rivelarci le reali motivazioni del suo fortunoso viaggio