mercoledì 23 settembre 2009

aggiornamento biblioteche

cari lettori e care lettrici,
non ci sono buone nuove all'orizzonte, anche se non ho ancora perlustrato per bene il territorio dopo la mia assenza estiva. Ma la giornalista di Repubblica che avevo contattato, e che promise a me e a una funzionaria di biblioteca di fare uscire un bell'articolone in concomitanza con il congresso sulle biblioteche, non s'è fatta viva, e non risponde alle mail... che fare? si accettano suggerimenti

dritte alimentari

le trovate su questo sito:
http://trashfood.com

lunedì 13 luglio 2009

biblioteche milanesi fatte a pezzi

Care amiche e cari amici, l'invettiva di oggi è anche un appello a tutti gli utenti di biblioteche e a chi crede in una cultura libera e a disposizione di tutti: leggete e poi date il vostro contributo esprimendo la vostra invettiva al Comune di Milano seguendo il link qua in fondo.
Ecco cosa sta succedendo: due biblioteche milanesi, la civica centrale Sormani e la biblioteca d'arte del Castello, stanno perdendo a poco a poco pezzi del loro patrimonio, e noi con loro.

La biblioteca d'arte è stata divisa in due, spostando l'emeroteca in un'altra sede. Ci sono previsioni di riunire i materiali in una grandiosa biblioteca d'arte unica, ma chissà quando e, fra l'altro, azzerando definitivamete un'esemplare situazione storica e di sinergie culturali, come la vicinanza della biblioteca con i musei del Castello, la civica raccolta delle stampe Bertarelli, e altri archivi e biblioteche.
Da alcune settimane, poi, si può accedere all'emeroteca solo su appuntamento e solo un giorno alla settimana. Motivo: ohi ohi, manca personale, o meglio, se n'è andata una responsabile... o bella, che questa signorina avesse chiesto il trasferimento da anni lo si sapeva, e dunque?

Quanto alla Sormani, vagoni di libri e di ... cataloghi se ne vanno a poco a poco: anni fa è stato asportato il catalogo centrale cartaceo delle biblioteche lombarde, a tutt'oggi scomparso. Motivo: tanto c'è l'OPAC. Quantità ingenti di periodici sono state a poco a poco spostate in una sede decentrata, per la quale bisogna chiedere appuntamento. Sul resto di rivste e giornali si procede alla sostituzione con obsoleti microfilm. Molti volumi sono stati tolti dalla consultazione e ormai a scaffale resistono poche enciclopedie e dizionari.
Last but not least, poche settimane fa il prezioso quanto raro catalogo cartaceo con spoglio degli articoli dei periodici è stato rimosso, fra lo stupore degli stessi bibliotecari.
Mi pareva che nelle biblioteche più avanzate il computer non mandasse via il cartaceo, in fondo non sono due strumenti identici e totalmente sovrapponibili, come ogni buon ricercatore sa. Ma Milano no, è troppo moderna, non può tollerare che si ingombrino spazi con vecchie scartoffie, quando c'è il computer... ma c'è il computer???
Ecco la risposta della funzionaria al mio reclamo:

"il catalogo di spoglio soggetti periodici della Biblioteca Comunale Centrale di Milano, che conta circa 1.500.000 schede, è stato completamente digitalizzato grazie all’ausilio di una ditta specializzata aumentando notevolmente le potenzialità del catalogo stesso. Attualmente è possibile consultare il catalogo di spoglio, in formato digitale, solo rivolgendosi agli addetti di tutti gli uffici consulenza della Biblioteca. E' tuttavia allo studio la possibilità di rendere accessibile tale versione del catalogo presso le nostre postazioni OPAC a disposizione del pubblico..."

"Gli addetti di tutti gli uffici ecc." sono a quanto pare un paio e hanno ben altro da fare!
Nel fattempo, giganteschi e costosi catafalchi lignei sono stati posti con effetto posticcio a far bella mostra di sé nell'ingresso e nella prima sala, forse per celare la scarsa manutenzione di tutto il resto della struttura.
Dulcis in fundo, la Sormani è stata privata, sempre un paio di settimane fa, del suo punto ristoro con le macchinette per caffè, bevande e spuntini, “per motivi di ordine pubblico”.

E di Brera... della nostra Nazional Biblioteca, un'altra volta, ché qua troppo ci si dilungherebbe.

Contro il pensiero livellato o assente delle istituzioni-bozzolo a cui è sfuggita la farfalla, ecco a chi chiedere indietro il caffè, l'attenzione per la cultura, il catalogo di spoglio periodici e l'emeroteca della biblioteca d'arte:

http://www.comune.milano.it/dseserver/sportelloreclami/index.html

PS: non c'entra con Milano, ma si vocifera che nella civica biblioteca di Cassano d'Adda, da quando è stata votata una giunta di centro-destra, per ordine del sindaco non sia più a disposizione degli utenti il quotidiano sovversivo anarco-insurrezionalista a pochi noto e da pochissimi letto che risponde al nome di "Repubblica"... Trattasi di voce da verificare, ma qualora dovesse rivelarsi fondata, lascio a voi ogni commento e iniziativa, perché davanti a tanto mi va in blocco pure l'invettiva.

lunedì 25 maggio 2009

Piccole invettive spicciole come quella dei vigili inurbani

Il lettore pellegrino che per caso sia passato di qui più di una volta, avrà notato che questo blog, come migliaia di altri, langue da un pezzo.

Non è morto, però.

È nel cassetto dei progetti di lungo corso, quel pasticciato luogo di materiali misti, ricerche, invettive, racconti, documentari, e perfino forse idee per un film, che forse non scriverò mai, ma nemmeno abbandono.

E le invettive, poi, non c'è pericolo che si possano esaurire. Il blog resta aperto, perchè la materia con cui riempirla è talmente abbondante, che prima o poi erutta, irrompe, esce dalle paratie della mancanza di tempo e scivola bollente sulla tastiera e sullo schermo.

Mentre il magma lavico più urticante attende di ricevere una forma, vi scodellerò per oggi un paio di invettive piccoline, che però hanno la loro dannata importanza.

Ecco la prima: ricordate quelli che a Milano definivano “i ghisa” e che in generale si chiamavano “vigili urbani”? Avete notato che ormai da diversi anni hanno rinnovato il loro parco macchine, spesso anche la divisa, e sulle auto sono comparse scritte diverse, come “polizia municipale”? Ebbene, nel capoluogo sorvegliato dall'alto dall'aurea madonnina, si è sentito il bisogno di armarli, per combattere una criminalità che le statistiche darebbero in aumento (a dire il vero è in diminuzione, nel complesso). Personalmente non amo vedermi circondata da gente armata che per quanto abbia per compito quello di tutelarmi potrebbe anche avere qualche rotella fuori posto e decidere di fare il contrario. Ma non è questo il punto di cui voglio scrivere oggi. La mia verifica dell'effettiva “tutela” che questi signori ci prodigano per oggi vola più basso – ma non per questo ha meno significato.

Voglio scrivere di una mia recente esperienza che illustra un mutamento di funzioni che tutti conoscono, ma rispetto al quale nulla si fa.

Tutti sanno che, soprattutto sotto Natale e mai prima delle elezioni, la polizia municipale è preposta ad ingrassare le casse civiche applicando le contravvenzioni con maggior solerzia. Pochi si sono accorti, forse per la fretta, che il pedone, il tranquillo viandante, il cittadino, il turista, poco o nessun beneficio possono trarre dalla presenza di codesti signori in divisa.

Milano lentamente mima le capitali europee, allungando di un'oretta l'orario del metro' di sabato. Chi decide dunque di andare al cinema al secondo spettacolo al venerdì, continua ad avere il solito problema del ritorno a casa. Bisogna però ringraziare il Comune perché, almeno per alcune destinazioni, esistono alcuni mezzi di superficie che circolano più a lungo. Uno di questi, quello che serve a me, è la M1 sostitutiva, che segue all'incirca il percorso della linea 1 metropolitana. Col tempo, però, il percorso si è un po' modificato. Mi è capitato così di doverla prendere in un luogo dove la fermata era stata spostata (piazzale Cadorna). Non trovo indicazioni, ma scorgo un'auto della polizia municipale ferma a bordo strada e due vigili, maschio e femmina, che attendono di fermare qualche automobilista per i soliti controlli del venerdì sera (come mai loro sanno che il venerdì è uguale al sabato, quanto a frequentazione notturna della città?). Chiedo se sappiano indicarmi in che punto o strada laterale sia stata spostata la fermata. Si tratta di orientarsi all'interno di un'area molto piccola, dove guarda caso si trovano a svolgere il loro lavoro. Non lo sanno. Sono un po' sorpresa, devo ammetterlo. Più che altro, mi aspetto che urbanamente tirino fuori una cartina dell'ATM, o un cellulare o una radio-trasmittente, sfoglino uno stradario o si mettano in comunicazione con qualcuno che “sa”, insomma facciano qualcosa. In fondo siamo due donne, due cittadine, in difficoltà perché non trovano il mezzo per tornare a casa, ed è ormai passata l'una di notte. E una delle poche voci di aumento della criminalità riguarda la violenza sessuale (è vero che si consuma soprattutto fra le mura domestiche, ma insomma, li facevo più sensibili, diciamo così, questi armati individui, alla sicurezza delle signore in orari notturni). “Non è mica il nostro lavoro” è la cosa più carina che abbiano risposto. Peccato non potervi far sentire il tono urbano con cui si sono espressi. Non potervi mostrare l'espressione affabile. Non poter discorrere con voi de visu della cortesia di questa polizia municipale che ogni giorno si pone al servizio dei cittadini e delle cittadine, prodigandosi per la sicurezza e l'efficienza della circolazione nelle strade. Ma già, i pedoni non circolano. Non procurano soldi, possono andare in giro anche ubriachi senza essere sottoposti al palloncino. I pedoni camminano, non fanno battere cassa, e tutt'al più possono interessare ai controllori dell'ATM. Chiedete a loro, dunque, se vi trovate di notte in una strada di Milano senza sapere come tornare a casa. Dove trovarli? E che ne so, non è mica di mia competenza.