Non ho niente contro la giacca e la cravatta, benchè trovi tutto sommato un po’ limitato e in parte ridicolo l’abbigliamento maschile nel suo complesso. Non a caso la moda e le invenzioni un po’ bizzarre degli stilisti tendono negli ultimi anni a femminilizzarlo e a movimentare un po’ il suo guardaroba con forme ibride, ma con obiettivi poco chiari e risultati deludenti.
Sono per strada e vedo due gruppi di maschi che si sfiorano, camminando in direzioni opposte. Gli uni in giacca e cravatta, età intorno ai trenta. Gli altri in jeans e maglietta, età intorno ai venti. I secondi si girano e commentano: ma guarda quelli come son conciati. A chissà quanti questo commento parrà fuori luogo, ma non a me. La divisa scura di giacca e cravatta è molto di più di un vestito.
È il classico abito che sta all’origine del detto del monaco. È carica di simboli e di emotività. A seconda di chi la porta, gronda ingenuità, desideri, speranze, aspettative, certezze, presunzione, sicumera, disprezzo, autorità, delirio di onnipotenza. Questo tutti lo recepiscono facilmente. Si capisce in fretta che cosa c’è dietro, qual è il livello di potere effettivamente raggiunto dal corpo che indossa la divisa. Si capisce se calza con naturalezza, quindi dentro c’è un padrone (senza giudizio: può essere un padrone che spadroneggia oppure un uomo gentile e padrone di sé) se invece tira qua e là, addosso a un servo in cerca di fortuna.
Ma ciò che detesto della divisa è che, una volta acquisita la naturalezza nel portarla, chi la indossa diventa eticamente invisibile. Non sai più se è un imprenditore onesto o un furbacchione. La maschera si ispessisce, diventa talmente impenetrabile che, man mano che vai avanti negli anni e scopri nefandezze intorno a te, finisci per convincerti che dietro a ogni cravatta ci sia un lestofante. Se è un professore, sicuramente è stato spinto da una cordata di amici. Se amministra la cosa pubblica lo fa per procacciarsi ricchezza. Giacca e cravatta ben portate sono una vetrina noiosa, monotona, troppo diffusa, troppo opaca e danneggia le brave persone che la portano per semplice decenza.
Se non è più il tempo di dare il potere alla classe operaia, bisognerebbe per lo meno trovare il modo di rendere un po’ più elastica, dinamica, flessibile, la posizione del potere dei potenti, così secolarmente abbarbicata ai suoi vecchi e nuovi soggetti, come una muffa delle più tenaci, un lichene indistruttibile, una ruggine che fa tutt’uno col ferro. Si dovrebbe fare in modo che scivoli via più facilmente, intendo in quei particolari e strani casi in cui si tratta di potere immeritato e mal gestito.
Come fare? È colpa di giacca e cravatta, se il potere acquisito non si allontana più da chi lo detiene. Per quante porcherie abbia combinato, la divisa lo protegge. La sua capacità di darsi a vedere sicuro della sua giacca e cravatta lo reintegra continuamente in uno status che non gli compete. Anche se paga la multa e nel migliore dei casi perde il posto di sindaco o di deputato o chiude una delle sue società, avrà sempre una via aperta per proseguire nel suo cammino incravattato.
Un’idea: visto che i potenti che sbagliano difficilmente vanno in carcere (tranne pochi capri espiatori che poi scrivono autobiografie) o se ci vanno ne escono presto, pagano multe irrisorie e in men che non si dica si rimettono in piedi, modifichiamo leggermente la divisa, affinchè non abbia più potere.
Obblighiamoli a sostituire la cravatta con un bel fiocco colorato, giallo limone o verde acido, o di tanti colori insieme. Rotondo, gonfio, simile a quelle morbide strane nuvolette di retina colorata che qualcuno usa per fare la doccia. Un vistoso, vivace farfallone, una macchia di colore sul triste gessato, un gioiello di pizzi vaporosi sul colletto inamidato. Buongiorno …professore, salve ehm …assessore, ah, è lei, cavaliere, per un attimo non l’ho riconosciuta! Buffo, no? Guarda quanti ce n’è, fiocco rosso, fiocco viola, che fiocco si mette oggi, avvocato? Su, non si abbatta, è una cura: vedrà che imparerà a non prendersi più così sul serio, come già facciamo noi, e tutto riacquisterà la giusta dimensione. In fondo nessuno la manda nei campi, per quanto anche quella, devo dire fose un’ottima idea, partorita purtroppo insieme ad altre meno buone.
Fra qualche mese, se si comporta bene, potrà togliersi anche la giacca, un sano cambiamento di punto di vista, e forse in fondo quel fiocco potrebbe perfino diventare di moda…
Dedicato con umiltà a Virginia Woolf e alla sua memorabile invettiva contro le divise militari (leggi le Tre Ghinee)
1 commento:
Che dire - disamina perfetta.
Ho due bimbe ed in effetti il rosa è la fissazione di una delle due
Cosa curiosa, sembra davvero una fissazione per il colore e non (ancora?) per le sue implicazioni sociali
Ho goduto però di una recente, inattesa vittoria. La bimba si è appassionata all'Ulisse - si quello degli anni 60, il telefilm. Perchè? E' pazza di Nausicaa "come è bella...". Per fortuna Nausicaa non è vestita di rosa...
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