L’invettiva di oggi sedimenta nel cassetto delle arrabbiature da lungo tempo, ed è molto semplice. Non è rivolta solo al mondo del bio, ma poiché è quello che appare come il paradiso della salute e dell’equità, s'indirizza soprattutto contro una certa tendenza a mascherare da prodotti sani bio-eco-equo-compatibili anche cosacce che di poco differiscono da quelle del supermercato.
Mi atterrò qui all’argomento salute.
Chi prova a mettere piede in un costoso negozio biologico (nessuna polemica: però io consiglio a chi non sprizza danari dalle orecchie di saltarli e andare direttamente dai produttori, aderendo a un GAS della propria zona: molto più utile e istruttivo), qualora voglia dei biscotti o crackers o merendine, si troverà di fronte una vastissima scelta di prodotti propagandati come salutari anche in virtù del loro contenuto in… udite udite… GRASSI VEGETALI! Ora, non dico che codesta dicitura celi il diavolo in persona, ma vi posso assicurare che, quand’anche vi fosse opportunamente apposto un bel NON IDROGENATI, di cibo angelico comunque non si tratta.
Anzitutto la logica: dietro una scritta così generica di certo non si nasconde olio d’oliva extravergine, ma nemmeno di girasoli o di mais; qualche volta, forse, di soia. Ma al 99% si tratta di oli di palma e di cocco. Queste sostanze, di scarso odore e sapore, molto viscose, sono l’ultima scoperta della pasticceria industriale e purtroppo anche artigianale. Si lavorano facilmente, con ottimi risultati, e ovviamente COSTANO POCO (a chi produce il biscotto, s’intende).
Presentano però qualche piccolo inconveniente. Il nonno ha il colesterolo alto e volete praticargli l’EUTANASIA di nascosto? Regalategli tanti bei biscottini, e vederete che entro qualche mese ce la fate. Esagero? Non so, non intendo esprimere pareri scientifici, cercate su internet, ma ne ho letto abbastanza per sapere che questi grassi vegetali non solo sono saturi, ma sono anche molto peggiori del burro, data la loro tendenza ad aggrapparsi affettuosamente alle pareti delle arterie e a invitare all’ammucchiata tutte le altre molecole di grasso che casualmente passano di lì, formando a quanto pare dei bei sostanziosi depositi di colesterolo di quello cattivo – sapete, no, che c’è anche quello buono?
Viva il burro e il colesterolo buono, viva i grassi dichiarati uno per uno in etichetta.
Palma e cocco li preferivo nel sapone!
Un abbraccio burroso a tutt*
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