giovedì 18 settembre 2008

contro le bambine















Ma che dico? Perchè mai dovrei inveire contro le bambine? Mai idea più balzana mi è passata per la testa. Forse che le bambine di oggi sono peggiori di quelle di un tempo?
Le cose non cambiano: la retorica dei bei tempi andati non ha alcun significato. Le bambine di oggi sono belle e brave come le bambine di sempre, non meritano un'invettiva ma una celebrazione; sono dolci, carine, socievoli, magari appena un po’ timide. A volte un po’ capricciose, questo sì, solo un po’ più capricciose di com’erano dieci o venti o forse cinquant’anni fa, ma sono cert* che ciò sia dovuto alla maggior disponibilità di cose, null’altro.

In fondo forse sono semplicemente pù volitive, hanno più carattere e le idee più chiare. Parlano prima, è ovvio che chiedano anche prima. Sono più intelligenti; anche più belle. Beh, per essere sincer* dovrei dire che le trovo più attraenti, più affascinanti, più complesse. Hanno sempre un’aria più grande di quello che sono. Si sanno vestire. Si sanno perfino truccare. Sono precoci, questo sì.

Qualcosa in effetti è cambiato, ma sicuramente in meglio. Sanno ballare molto presto, e spesso anche cantare: hanno un gran senso del ritmo. Sanno occupare la scena e attirare gli sguardi (e i riflettori) su di sé. Si può dire che realizzino il loro scopo "naturale" già nei primi anni di vita, un vero trionfo rispetto ad aspettative e tradizioni millenarie: vere donne, fin da piccole.
Del resto, in tutto ciò sono aiutate: non è un caso se le bambine odierne sono così abili a muovere i fianchi e per contro poco inclini a perdersi nei boschi, incontrare lupi cattivi, mangiare crostate di frutta fatte in casa e dialogare con ranocchi. Oggidì i loro corpi hanno modo di svilupparsi armoniosi grazie ai molteplici impegni sportivi cui hanno facile accesso, seguite da validi trainer che sanno consigliarle anche nell’alimentazione, molto meglio di qualsivoglia libro di ricette o antiquato consiglio nonnesco.

Un grande avanzamento culturale, dunque. Oggi le fanciulle crescono sane grazie alla protezione di cui usufruiscono, nelle loro case, palestre e scuole comode, lontane dai pericoli, igienicamente controllate. Niente sporco, terra, fango, sassi con cui farsi male: locali climatizzati e supplementi alimentari. Precoce capacità di muoversi sulla rete identificando ottimi siti per lo shopping da casa. Niente incidenti all’aria aperta o bacche velenose. Sono fortunate: belle, intelligenti, flessuose, atletiche, protette, interessanti e ricche.

Il fatto miracoloso, imputabile a una grande capacità di sfruttare a volte anche il poco fino in fondo, è che perfino se i loro genitori non sono particolarmente abbienti loro riescono sempre ad assomigliare a delle bambine ricche, piene di giochi, bambole, telefonini, vestiti, cartelle, diari. E hanno un formidabile gusto nello scegliere: solo le cose più costose, di marca; e tutto in tinta.

Tutto rosa, per dire la verità. Pare che il gusto nell’abbinamento dei colori, oggigiorno, si sia evoluto al punto che non si abbinano più solo nell’individuo, ma in modo transpersonale. Solo le femmine, però, hanno raggiunto questo livello eccelso di raffinatezza. Ho visto intere prime elementari in cui, mentre i maschietti creavano, come pare che loro si addica, una gran confusione, le femmine offrivano una splendida panoramica di un rosa omogeneo, pervasivo, incredibilmente coordinato fin nei minimi dettagli, nell’abbigliamento come negli accessori.

E poi il femminismo ha di certo lasciato un segno positivo, anche se non tutti sono d’accordo. Le bambine di oggi hanno idee chiare anche culturalmente; ad esempio nella scelta delle loro prime letture, non si contentano più di leggere fumetti di un tipo qualunque. Invece che Topolino, le bambine di oggi leggono Minnie. Insomma, non devono aspettare di esser grandicelle per accedere a contenuti fatti su misura per loro.

Per non parlare della costruzione della loro personalità: hanno conquistato una vera consapevolezza della loro identità di genere, anzi, oserei dire della loro sessualità. Non più costrette a nasconderla fino ad un’età più avanzata, sanno mostrarla con molta naturalezza già verso i tre-quattro anni: avrete notato certamente quante bimbette sulla spiaggia indossano il due pezzi, e non di rado portano minuscole simpatiche ciabattine di gomma con un filo di tacco!

Dimentiche di un tempo ormai superato in cui l'obbligo dell'originalità spingeva le bambine di ieri a un'eccessiva ricercatezza e distinzione, le bambine oggi si sono gettate quell'egocentrico snobismo dietro le spalle e hanno raggiunto uno standard di superfemminilità splendidamente omogeneo ed accurato, facile da mettere insieme e da replicare: un'eredità preziosa e funzionale anche per quelle che verranno.

Qualcuno potrebbe essere tentato di leggere in questi eventi un segno dei tempi che cambiano, e forse sì, è vero, è in corso un’evoluzione generale. Tuttavia devo dire che la sostanza rimane immutata: le bambine erano e sono belle, brave e intelligenti, dolci e obbedienti. Anche se, avendo più carattere, spesso protestano e piangono tutte le loro lacrime (cosa che com’è noto ai genitori italiani si addice alle bambine più che ai maschietti) le bambine di oggi hanno ben chiaro il loro ruolo futuro, pur se con un’idea della loro indipendenza e sessualità certamente più marcata di un tempo. I giochi che scelgono non sono cambiati: bambole, passeggini, carrozzine, set di cucina completa, casa della Barbie. Certo c'è stato uno sviluppo: i giochi sono più complessi, adeguati alle moderne tecnologie di telecomunicazione, le bambole piscianti non sono più un problema e i corredi sono aggiornati con tutto l'occorrente per la vera casa interfacciata: ad esempio, un sensore attiva un allarme che avvisa il robot badante della necessità di cambiare il piccolo, mentre i movimenti delle bambole più grandi sono monitorati atraverso chip inseriti nei vestitini, cosicchè non ci sia mai di che preoccupparsi e rimanga anzi del tempo libero. Inoltre, dai giorni in cui l'unica bambola con i seni era la Barbie, n'è passata di acqua sotto i ponti. Tramontata l'era dei supereroi, le nuove supereroine, audaci, sportive e scattanti, mostrano chiaro il segno della loro armoniosa femminilità.

Le bambine di oggi, come e più di un tempo, sono perfette miniature delle loro madri, anzi prefigurazioni di future madri migliori, grandemente aiutate in questo dai numerosi modelli che vengono forniti loro da un ambiente domestico e sociale che vieppiù supplisce alle carenze inevitabili delle madri e dei padri, del loro tempo, della loro disponibilità a mettersi in gioco e capacità di orientarle, crescerle, amarle, renderle libere e cosapevoli, capaci di essere se stesse e di costruire piano piano la loro singolare identità e una sana relazione col mondo. Che cosa potrebbero ricevere di più?

Che dire, infine, di questa generazione di bel(ve)line? che siano un po' posticce, omologate, nutrite di pillole, iperprotette, carcerate fra quattro pareti, molto condizionate e poco educate, circondate di beni di consumo e di modelli stereotipati, regredite a oggetti iperprogrammati di una cultura di rinnovato sessismo, bimbe dall'orizzonte rosa pronte a sculettare davanti al primo cavaliere azzurro che si presenti via internet, poi al secondo, e al terzo?
No, niente banali invettive, per oggi, le bambine meritano di meglio. Io ho detto la mia: a voi la riflessione.

3 commenti:

paolacorti ha detto...

propongo a tutti i genitori una visita di http://www.scuolacreativa.it/diritti.html
dove è riportato il manifesto dei diritti naturali di bimbi e bimbe

1 IL DIRITTO ALL'OZIO
a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti

2 IL DIRITTO A SPORCARSI
a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti

3 IL DIRITTO AGLI ODORI
a percepire il gusto degli odori
riconoscere i profumi offerti dalla natura

4 IL DIRITTO AL DIALOGO
ad ascoltatore e poter prendere la parola interloquire e dialogare

5 IL DIRITTO ALL'USO DELLE MANI
a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco

6 IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO
a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura

7 IL DIRITTO ALLA STRADA
a giocare in piazza liberamente,
a camminare per le strade

8 IL DIRITTO AL SELVAGGIO
a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi

9 IL DIRITTO AL SILENZIO
ad ascoltare il soffio del vento
il canto degli uccelli il gorgogliare dell'acqua

10 IL DIRITTO ALLE SFUMATURE
a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle

paolacorti ha detto...

e ancora...
LA GRANDE DOMANDA

Se eri un bambino negli anni 50, 60 e 70
Come hai fatto a sopravvivere ?

1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...

2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.

3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.

4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.

5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.

6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...

7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni.

8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... nessuno poteva rintracciarci.

9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà).

10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.

11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...

12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.

13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet...

14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico , suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.

15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.

16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.

17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità ... e imparavamo a gestirli.

La grande domanda allora è questa:
Come abbiamo fatto a sopravvivere? ed a crescere e diventare grandi? e perchè mai ai nostri figli, ai nostri nipoti permettiamo cose diverse?

Unknown ha detto...

:) Sono nato negli anni 70 e concordo su molto
Decisamente non su una cosa - è il mio lavoro in qualche modo per cui penso sia utile sfatare dei miti molto pericolosi e dannosi - mi riferisco al punto 16
La dislessia, l'iperattività, etc sono sempre esistite - e sono cose serie. Rovinano di fatto la vita a molte persone ed uno dei luoghi comuni più dannosi per la vita di queste persone - la vita vera, mica fandonie - sono che "la dislessia non esiste, esistono solo i pigroni". Dire che la dislessia non esiste equivale a dire che un diabetico è un rompiballe, un sofisticato che vuole solo attirare attenzione verso di sè, e che quindi dovrebbe mangiare lo zucchero come tutti gli altri.
Detto questo, entrare nel merito sarebbe noioso e forse inutile. Va chiarito forse un altro punto importante: è vero che esiste lo "psicologismo", la tendenza a tramutare in "problemi psicologici" ogni capriccio insignificante, ed è altrettanto vero che esistono le "malattie di moda", e che in certi periodi miracolosamente spuntano molti casi della malattia X che stranamente prima non si manifestava, e che dopo qualche anno, altrettanto miracolosamente, scompare. Anche la comunità "scientifica", ebbene sì, è pesantemente soggetta alle storture delle mode, che lo si possa credere o no. Ma da qui a estendere il dubbio alle malattie VERE, quelle serie, il passo è lungo. Si scusate so che questo non è un blog sulla dislessia ma il problema è serio e ho voluto spenderci un po' di parole...