marzo 2020
caro sindaco Beppe Sala,
mi ritengo una persona fortunata perché nonostante la mia piccola impresa abbia dovuto chiudere da oltre un mese, nonostante gli ammortizzatori sociali copriranno solo una parte delle spese e non parliamo delle perdite, nonostante io sia in lutto in questi giorni - non importa se per covid o non per covid, un lutto è un lutto e basta - come molte altre persone e non sia potuta andare ad abbracciare i miei cari, figuriamoci a un funerale, nonostante tutto questo sono fortunata, sono una persona zeppa di privilegi, non mi manca il cibo, perderò dei soldi ma probabilmente riuscirò a rialzarmi, ho accanto una persona meravigliosa e sono circondata - a distanza di sicurezza - da altre persone belle con le quali c'è affetto e spesso intesa e solidarietà rispetto ai valori fondamentali della vita, sociale e non. grazie ai miei privilegi e alla mia forza ho ancora una testa pensante, come del resto milioni di italiane e italiani, e se ho personalmente meno motivi di rabbia delle persone più sfortunate non significa che la mia rabbia non sia potente.
per questo non sopporto più il tuo spot quotidiano fatto di slogan che tanto somigliano a una campagna per far brillare la tua persona con poche vuote ma risonanti parole. e non preoccuparti, se Gallera volesse competere con te la sua estrema povertà interiore, mentale ed etica verrebbe a galla in un attimo, i milanesi non sono cretini.
invece di pensare alle future distanze sociali da imporre con qualche nuova legge ad alcuni settori, mentre sperabilmente la gente potrà continuare a ballare, sbaciucchiarsi e accalcarsi in miliardi di altre situazioni, occupati del presente in modo accurato, e se proprio vuoi parlarci ogni pomeriggio fallo pensando a persone che sono tue pari, persone intelligenti, capaci di comprendere la verità, capaci di sospettare quando sentono la superficialità, capaci di occuparsi in futuro delle menzogne che alcuni in questo frangente hanno raccontato, capaci di comprendere gli errori solo se vengono ammessi con onestà. onestà che dovrebbe portare quelli come te ad essere più dubbiosi anche in pubblico della propria competenza e intelligenza, più umili,, più attenti, profondi e accurati nelle parole e definitivamente attenti a non produrre nuovi ragionamenti bizzarri sotto forma di - lo ripeto - slogan.
è giusto vendere i pennarelli, ma non c'è bisogno di proclamare la "battaglia dei pennarelli". non è un gioco!
è giusto pensare al futuro, ma non è giusto pensare di sistemare la coscienza e dare fiducia alle persone progettandolo, il futuro, con rinnovato semplicismo, così simile a quello dei vostri primi provvedimenti milanesi (e non solo, certo). state tranquilli, attueremo dei bei dispositivi di distanza sociale od altre balle che ricadranno sulle spalle di pochi, qua e là, di nuovo categorie a caso, per rassicurare falsamente molti.
ancora i cinema? le code agli stadi? e non parliamo di quello che è stato fatto a Milano e in Lombardia rispetto ai mezzi pubblici. pensi davvero che le persone potranno avere una vita più sicura distanziandosi artificialmente in alcuni luoghi della città? quali? con che criterio? questo tuo brillante pensiero lo hai partorito insieme agli scienziati competenti? avete approfondito la questione? avete pensato alla ricaduta che avranno i vostri inni a un futuro di maggiore distanza sociale? cosa dovremmo concluderne? che dobbiamo attenderci una pandemia all'anno e quindi stare vicini solo in contesti stabiliti? quali? per quanto tempo?
assumersi le responsabilità di quello che si dice è possibile solamente se si è onesti e scrupolosi, altrimenti è impossibile farlo. occorre essere precisi, dire la verità e farlo con umiltà. ti è possibile farlo, sindaco? se non ci riesci, che cosa ne devo dedurre?
è giusto occuparsi dei poveri e di chi si impoverirà, questo sì, è giusto occuparsi del presente, perché siete stati tutti in ritardo e lo siete ancora, avete tutti sbagliato, avete tardato e poi per recuperare avete ripetuto tormentoni, rimproveri ai runner, proclami anti-ora-d'aria indirizzando la rabbia dei cittadini contro le categorie sbagliate, avete fatto degli spot alternativamente ottimisti e pessimisti quando bisognava subito ammettere colpe ed errori del passato e del presente e delegare i competenti - i medici e gli scienziati, gli statistici e i ricercatori - a spiegare giorno per giorno cosa emergeva dalla loro esperienza e dalle loro ricerche in fatto di salute, prevenzione e protezione...
siete stati imprecisi, avete di proposito amplificato numeri senza intelligenza delle statistiche per aumentare il terrore al fine di farci farci stare a casa nel peggiore dei modi possibili, obbligando altri a lavorare spesso in condizioni di non sicurezza, mentre le vere protezioni nei confronti dei soggetti più deboli, degli anziani, delle famiglie povere, del personale sanitario e dei degenti ricoverati da prima del coronavirus erano e sono ancora insufficienti, le regole di comportamento sono mal spiegate, e tu per primo hai impersonato l'oscillazione della politica italiana tra eccesso e insufficienza, tra il rigore minaccioso e la comprensione altrettanto paternalistici di una amministrazione che non ha compreso appieno il vero senso del suo ruolo. siamo in una democrazia, sei un nostro rappresentante eletto o uno dei tanti piccoli monarchi d'Italia?
ormai lo sappiamo tutte e tutti che la sanità pubblica in lombardia andrà riformata e potenziata. ma non basta. io mi aspetto responsabilità, accuratezza, coraggio e umiltà.
lo scrivo a te, sindaco, che sei venuto - autoinvitato! - col cappellino di Nolo nel mio cinema a farti promozione, perché sono milanese e mi aspetto che il mio sindaco, il sindaco di Milano, impari a onorare il posto che ricopre nel tempo che gli rimane prima della fine del suo mandato. sarà difficile? forse, ma se il lustro, il lusso, il potere, il denaro, la comodità che le nostre carriere ci procacciano non diventeranno valori secondari di fronte al necessario imprescindibile rispetto dei propri concittadini, all'etica e alla solidarietà sociale non andremo da nessuna parte, se non forse verso una reazione dal basso che potrà esplodere in malo modo perché le micce sono già tutte comprensibilmente accese. e io la mia non ho voglia di spegnerla